PARTI DI SPARE

Il seguente articolo è una introduzione al “Libro del Piacere” di Austin Spare. Era stato scritto come appendice all’inedito ‘Uncle Ramsey’s Bumper Book of Magick Spells‘, allora per la prima volta pubblicato nel numero Quattro della rivista occulta ‘Agape’ nei primi anni ’70, e quindi in una forma leggermente modificata per l’edizione di The Sorcerer’s Apprentice dei ‘The Collected Works of Austin Osman Spare‘  con un postscritto aggiunto alla versione originale. Il saggio fu a lungo considerato la migliore introduzione disponibile alle teorie magiche di Spare.

 

L’articolo riassume il Libro del Piacere, aiutando il lettore a trovare la propria personale via attraverso la prosa piuttosto difficile di Spare. Inoltre disegna alcuni paralleli con altri testi utili. Per un più dettagliato resoconto del lavoro pratico con sigilli ect. raccomando due libri eccellenti: Pete Carroll  ‘Liber Null‘ e Ray Sherwin  ‘Book of Results’. [Da quando questo testo è stato scritto sono disponibili diversi altri libri sul soggetto.]

 

 

(I)

 

“Sul limite del mistero lo spirito dell’uomo è afferrato dalla vertigine”, così scrisse Eliphas Levi nel “La Chiave dei Misteri”. In verità noi non possiamo sempre vivere in uno stato di vertigine e così abbiamo bisogno di nascondere questo limite dietro dei veli. Attraverso la reale decisione di dare un nome o un simbolo alla Causa Prima (cioè Dio, Niente, Tao) noi salviamo noi stessi dalla possibilità di vederlo faccia a faccia; il primo velo è posto.

 

Il sistema filosofico che è più facile da capire, ed è il più facile da desiderare, è quello che ha più veli. Per esempio l’estrema semplicità del Buddismo Zen lo rende meno facile da discutere che le complesse gerarchie spirituali di qualche altra religione. In questo senso la filosofia di Spare usa relativamente pochi veli, e questo, insieme al suo oscuro modo di scrivere, rende difficile descrivere le sue idee adeguatamente.

 

Per esempio: un tema fondamentale della sua scrittura è che noi non siamo liberi, che noi siamo schiavi delle nostre credenze e convenzioni. Questo è del tutto ovvio nel caso che noi guardiamo ad altre persone. Noi possiamo ridere di fronte alla debuttante che disperata grida “O Mamma IO NON POSSO indossare lo stesso vestito che indossai alla festa di Margie”; ma ahimè la povera ragazza ha ragione, lei non può veramente! Considera inoltre il soldato novizio a cui per la prima volta gli viene ordinato di uccidere un uomo in difesa del suo paese, nel momento in cui punta il fucile egli non è in alcuna posizione di autorità, ma invece si trova in un campo di battaglia dove il Patriottismo sta lottando con il comandamento “non devi uccidere”. Probabilmente l’esempio più chiaro di tutto ciò è quello testimoniato da un estraneo che vede una famiglia che litiga, combattendo in una rete di forti sentimenti interpersonali che sono senza alcun significato per colui che non vi è coinvolto.

 

In ogni caso la verità della dichiarazione di Spare è totalmente ovvia e tuttavia l’uso PRATICO di ciò si dibatte quando noi cerchiamo di vedere le nostre proprie azioni in questa luce. Questo ‘semplice’ volgersi all’interno del nostro sguardo è di fatto un problema fondamentale di tutta la psicologia applicata; e sono tali difficoltà (piuttosto che il problema di trovare la lingua di un uomo impiccato o l’occhio di un tritone) che lo studente della magia di Spare incontrerà.

 

Invece di costruire il nostro proprio piano noi ci volgeremo alle pagine de “Il Libro del Piacere (Amore di Sé) La Psicologia dell’Estasi”, e delineeremo il sistema di Spare nella stessa sequenza che egli ha adottato.

 

 

(II)

 

Egli inizia con ‘Definizioni’:

 

 

Le parole Dio, religioni, fede, etica, donna etc. (essendo forme di fede) vengono usate per esporre differenti ‘mezzi’ per controllare ed esprimere il desiderio: un’idea di unità per mezzo del timore in una forma o in un’altra che deve significare schiavitù – i limiti immaginati -; estesa tramite la scienza che aggiunge a cara prezzo un pollice alla nostra statura: e niente di più.

 

KIA: l’assoluta libertà che, essendo libera, è abbastanza potente da essere ‘realtà’ e libera in ogni momento: quindi non è potenziale o manifesta (eccetto nella sua immediata possibilità) tramite idee di libertà  o ‘mezzi’, ma con un Ego libero di riceverla, essendo libera di idee su di essa e non credendo. Meno se ne parla (del Kia), meno esso è oscuro. Ricordatevi che l’evoluzione insegna per mezzo di terribili punizioni, che il concepimento è la realtà ultima ma non l’ultima libertà dalla evoluzione.

Virtù: Arte Pura.

Vizio: Paura, credenza, fede, controllo, scienza e cose simili.

Amore di Sé: uno stato mentale, un umore o condizione causato dall’emozione della risata che diviene principio che permette l’apprezzamento dell’Ego o l’associazione universale permettendo l’inclusione prima della concezione.

Esaurimento: quello stato di vacuità prodotto dall’esaurimento del desiderio grazie a dei mezzi di dissipazione quando lo stato d’animo corrisponde alla natura del desiderio, per esempio quando la mente è preoccupata perché questo desiderio non viene esaudito e cerca sollievo. Impadronendosi di questo stato d’animo e vivendolo, la vacuità risultante è sensibile alla sottile suggestione del Sigillo.

 

 

É interessante notare che Spare nel 1913 stava già abbandonando la scienza insieme alla religione. In questo egli fu un antesignano del suo tempo. Crowley, per esempio, enfatizza la positiva virtù della scienza, che essa ha alla fine ci ha liberato dalla tirannia della religione; dove invece Spare vide che anche la scienza poteva a sua volta divenire una limitazione.

 

La pagina è decorata con alcuni simboli, incluso il simbolo geroglifico per il Kai, o ‘Ego’ nella psicologia Egiziana. Non sembrerebbero esserci alcuna connessione tra questo simbolo e il Kia – devo ancora trovare l’origine di questo termine, o del nome ‘Zos’ che Spare usa per lui stesso. Nell’ultimo caso io solo noto quanto spesso il suono della Z si trova nei testi ispirati: Zarathustra (l’eroe di Nietzsche), Znuz is Znees (il titolo della autobiografia di C.F. Russell), Jeezus, Zunnus (l’ultima parola anagramma in Septem Sermones ad Mortuos) e la massa di Zeds nelle parole gnostiche di potere.

 

Entrambi A. E. (ne La Candela della Visione) e Rudolf Steiner indipendentemente associano i suoni della S e della Z con i serpenti e la procreazione. In ‘Earth Inferno’, il primo libro di Spare, il termine Zod-Kia viene presentato senza spiegazione.

 

 

(III)

 

Il primo capitolo è intitolato ‘Differenti Religioni e Dottrine come Mezzi per il Piacere, Libertà e Potere’.

 

Egli inizia chiedendo “Cosa c’è in cui credere se non nel Sé?” e quindi continua nell’attaccare vari credi alternativi, mostrando come tutti si dibattano a causa della dualità fondamentale alla radice di tutta la coscienza. Invece il saggio cercatore del piacere è spinto a divenire un Kiaista e “Cavalcando lo Squalo del suo desiderio egli attraverso l’oceano del principio dualistico e si impegna nell’amore di sé”.

 

Per esempio: “Alcuni elogiano l’idea della Fede. A credere che loro sono dei (o qualsiasi altra cosa) dovrebbe farli diventare tali – provando da tutto quello che fanno di essere pieni della sua non credenza.”.

 

In verità porre la speranza di uno nella fede è poca cosa come cercare di vincere una testa debole per le altezze forzandoti a non guardare sotto; ha successo solo se te reprimi la tua immaginazione. Spare conclude: “Così, questa ambizione di fede è veramente così desiderabile? Per me stesso, io non ho ancora visto un uomo che non sia anche Dio”.

 

Egli continua criticando la preghiera – eccetto che come mezzo per produrre un esaurimento. Egli critica coloro che si adoperano a provare l’unità della religione; coloro che elevano la ‘verità’; coloro che pretendono che ogni cosa sia simbolica(e tuttavia rigettano il moderno simbolismo) coloro che dicono che solamente la conoscenza è eterna; e critica i maghi cerimoniali. In questo ultimo esempio vince i nostri cuori dicendo: “Loro non hanno alcuna magia per intensificare il normale, la gioia di un bambino o una persona sana…”

 

Il secondo capitolo è intitolato “Il consumatore della Religione” e descrive “KIA nella trascendentale e concepibile Manifestazione”. Egli inizia dicendo: “Del nome non ne ha bisogno, per designarlo, io lo chiamo Kia – non oso proclamarlo come me stesso. Il Kia che può essere espresso attraverso idee concepibili non è l’eterno Kia che brucia tutte le credenze – ma è l’archetipo dello ‘stesso’ la schiavitù della mortalità.

 

L’inizio di questa ultima sentenza richiama, in modo non inappropriato la prima linea del Tao Te Ching tradotto nell’edizione della Penguin di D.C. Lane:

 

“La via di cui si può parlare

non è la via Costante”

 

“L’innominato fu il principio del paradiso e della terra;

Il nominato fu la madre di una miriade di creature.

Quindi libera sempre te stesso dai desideri al fine di osservare i suoi segreti:

Ma sempre permetti a te stesso di avere desideri al fine di osservare le sue manifestazioni”.

 

Il che  è ancora appropriato, eccetto che l’avviso dell’ultimo verso è più suggestivo dell’avviso che sarà ripreso più tardi dai Septem Sermonem.

 

Spare continua dicendo: “Il Kia che può essere espresso vagamente in parole è il Né l’uno Né l’altro”.

 

Questo Né l’uno Né l’altro è spiegato in un capitolo successivo. Esso è un processo del pensiero attraverso il quale Spare cerca di rompere le limitazioni del pensiero dualistico in quattro gradini. Noi iniziamo a considerare qualsiasi qualità, per esempio ‘luce’. La dualità immediatamente collega questa alla qualità opposta ‘oscurità’. Il gradino successivo è quello di considerare la combinazione di queste due qualità come nel ‘crepuscolo’ e quindi noi cerchiamo di costruire il gradino successivo e meditare sull’assenza di queste due qualità.  – il ‘Né l’uno Né l’altro’ opposto  a ‘Sia-E’.

 

Come metodo di meditazione questo è reminescenze del koan Zen buddista attraverso cui i  praticanti tentano di confondere la ragione e così oltrepassarla. Un esempio di ciò è il ben noto koan “Quale è il suono del battimani di una mano?” Un esempio molto appropriato specialmente perché come Spare suggerisce noi cerchiamo di vedere la luce attraverso la sua personale qualità e non nel suo contrasto con la oscurità.

 

La descrizione personale di Spare di Kia qualche volta è confusa. Questo è probabilmente inevitabile a motivo della reale natura del suo soggetto e ancora io non posso fare altro che aiutarmi  paragonandolo con il primo sermone, per me molto chiaro, dei Septem Sermones Ad Mortuos di C. G. Jung, dove Basilide descrive il Pleroma – un possibile equivalente del Kia.

 

Questo testo dovrebbe essere letto in congiunzione con Spare. Cercherò di fare un riassunto, ma si deve tenere presente che ciò sarà un povero sostituto e che necessariamente omette di rispondere ad un numero di obiezioni che sono di fatto trattate nel testo completo dei Septem Sermones.

 

Basilide inizia dicendo che egli inizia con nulla – che è lo stesso del tutto. Il nulla è sia pieno che vuoto – puoi chiamarlo anche nero, bianco, o qualunque cosa ti aggrada, poiché avere tutte le qualità è lo stesso di non averne alcuna. Questo nulla è chiamato il Pleroma ed in lui sia il pensiero che l’essere cessano – è del tutto inutile pensarlo perché implica la auto-dissoluzione.

 

La Creatura non è nel Pleroma ma in sé stessa. Veramente il Pleroma pervade in ogni dove la Creatura ma non è in alcun modo colorata da esso o condivisa con esso, come la luce non si può dire che colora un corpo completamente trasparente. Ancora figurativamente parlando questo fa di noi parte del Pleroma e, anche figurativamente noi siamo l’intero Pleroma. Così perché egli si infastidisce a parlare  del Pleroma se esso è tutto o niente? Risposta: egli deve partire da qualche parte! Ed egli parte là per liberarti dalla delusione che vi sia in qualche parte qualche principio fisso e immodificabile. La sola cosa di cui puoi essere sicuro è il ‘Cambiamento’; ma la Creatura è ciò che è mutevole, e così la sola cosa fissa e certa.

 

Come si originò la Creatura? Risposta: non lo fece. Gli esseri creati vengono per passare, non la Creatura. L’essere è  creato, così come la non creazione era inerente nel Pleroma, e così viene per passare. La distinzione è una qualità della Creatura, dove invece il Pleroma ha tutto, distinzione e non distinzione.

 

Perché continuare con le ‘qualità’ del Pleroma dopo quello che è stato detto? Risposta: l’uomo, essere della Creatura, ha come essenza la distinzione. E’ proprio della sua natura distinguere le cose. Quando noi parliamo delle qualità del Pleroma noi non apprendiamo niente del Pleroma, noi stiamo rivelando in verità la nostra natura, o modo di pensare. Noi dobbiamo essere veri rispetto la nostra natura ed andare avanti distinguendo.

 

Perché noi dobbiamo distinguere le cose? Risposta: se noi cessiamo di distinguere noi cadiamo dentro il Pleroma e cessiamo di essere creature. “Questa è la morte della creatura. Quindi noi moriamo in tale misura poiché non distinguiamo”. Questa è la ragione per cui la non distinzione è un grande pericolo per la Creatura.

 

A questo punto sembra che Basilide stia raccomandando che NON bisogna lottare per il Kia, egli ci sta parlando dei suoi pericoli. Uno potrebbe dire che il pericolo è solo verso la Creatura e noi desideriamo trascendere questo stato così che il pericolo ci preoccupi. Eppure vi sono passaggi dove Spare stesso si riferisce ai pericoli della libertà di Kia: “La totale vacuità è difficile e non salutare per coloro che sono governati dalla moralità, dai complessi……”

 

Deve essere ricordato che la dualità è la BASE della coscienza e manifestazione; così che solamente una TOTALE dissoluzione  può liberarci da essa. In pratica la legge della dualità assicurerà che qualsiasi estasi raggiungibile tenderà ad alternarsi con l’agonia. Come un pendolo noi oscilliamo tra gli stati.

 

Cosa può raggiungere quindi il Kiaista? Per indicare una risposta continuo a parafrasare il Primo Sermone.

 

Come è stato detto noi abbiamo bisogno di passare attraverso il gioco di distinguere qualità del Pleroma senza qualità al fine di sviluppare la nostra propria distinzione. Queste qualità vengono a coppie: l’Effettivo e l’Ineffettivo, la Totalità e il Vuoto, Vita e Morte, Luce e Oscurità, Bene e Male e così via. .

 

Nel Pleroma non lo sono – essendo bilanciate e così vuote. Ma se noi siamo il Pleroma stesso (vedi prima) noi abbiamo queste qualità. Ma noi siamo della Creatura, e così noi non abbiamo queste qualità in uno stato equilibrato e vuoto; come la distinzione appartiene alla nostra essenza noi li abbiamo in una forma distinta per esempio invece di essere bilanciate esse sono REALI “Il Pleroma è preso in affitto in noi”.

 

Siamo arrivati ora ad un punto importante: ci stiamo muovendo da una filosofia della perfezione – così come l’idea del ‘Kia’ potrebbe risolversi nella perfetta e vera affermazione “se vuoi ottenere i desideri devi abbandonare la possibilità di avere desideri” – a una filosofia vivente o sistema di magick. Così io citerò in toto il prossimo paragrafo del Primo Sermone:

 

“Quando noi ci sforziamo di raggiungere il buono o il bello con ciò noi scordiamo la nostra personale natura, che è distinzione, e noi siamo portati verso le qualità del Pleroma,  che sono coppie di opposti. Noi lavoriamo per ottenere del buono e del bello tuttavia allo stesso tempo noi siamo preda del male e del brutto, poiché nel Pleroma essi sono uno con il bello e il buono. Quando d’altra parte noi rimaniamo sinceri verso la nostra natura, che è la distinzione, noi separiamo noi stessi dal buono e dal bello e quindi allo stesso tempo dal cattivo e dal brutto. E COSI’ noi non cadiamo nel Pleroma, nominalmente, nel nulla e nella dissoluzione”.

 

Con la possibile eccezione dell’ultima sentenza questo paragrafo è assolutamente in sintonia con il primo capitolo di Spare ed il suo giudizio critico su coloro che si dibattono per il desiderio e così anche avvantaggiano i loro opposti.

 

Come esempio dell’applicazione pratica di queste idee considera il Quinto Sermone dove Basilide, parlando di ‘spiritualità’ e ‘sessualità’ ci ricorda che noi non dobbiamo dimenticare di distinguere noi stessi da esse. Esse non sono le NOSTRE qualità, nel senso che noi le possediamo e le conteniamo, piuttosto esse sono di una natura al di sopra e al di là di noi.

 

Così, naturalmente, questo modo di pensare è al di là della portata della nostra educazione da Secolo Ventesimo (anche se totalmente in sintonia con molto pensiero ‘primitivo’) e quindi non può essere considerato come una cura istantanea ai problemi di tutti. D’altra parte mi piacerebbe che voi IMMAGINASTE il vero grande cambiamento che di fatto si sviluppa nelle vite di coloro che incoraggiano a crescere questa idea nelle loro vite a dispetto della ipotesi ‘razionalista’. La loro sessualità, per esempio, non è più di loro ‘proprietà’; invece è qualcosa ‘senza’ che visita uno. In pratica questo significa che la sessualità non è più una proprietà alla quale uno si sente obbligato a rapportare al potere nei confronti del suo rivale, e non vi è più paura di possedere troppo poco o molto di essa. Né c’è paura che essa dia una quantità finita che è in pericolo di essere esaurita, o atrofizzarla attraverso il disuso, né qualcosa che uno può vendere ad un altro. Invece è qualcosa che visita una persona. Quindi uno deve diventare il seduttore al fine di essere sedotto – per incoraggiare la sessualità uno deve essere egli stesso attrattivo ad essa; per bandirla uno ha a propria disposizione l’intera tradizione dei bandi degli spiriti. Infatti questa è una idea che deve essere vissuta e non discussa.

 

Questo primo sermone termina con la risposta al paradosso: se è così nocivo sforzarsi per una qualità del Pleroma allora noi dobbiamo sforzarci per la distinzione? Ci ricordiamo che infatti il Pleroma ha qualità – noi le creiamo attraverso il pensiero. Non è il nostro pensiero, ma il nostro ESSERE che è distinzione. Quindi noi dobbiamo di fatto non sforzarci per la ‘differenza’ come tale ma piuttosto per il NOSTRO PROPRIO ESSERE. Con lo sforzarci per raggiungere il nostro proprio essere noi raggiungiamo il nostro proposito; ma ahimè il pensiero ci estrania dall’essere. Così lo scopo di tutta la conoscenza data nel Sermone era di fatto che dovrebbe servire come un freno a trattenere il pensiero.

 

Io penso che i Thelemiti si dovrebbero quindi alzare e applaudire alla fine di questo Sermone!

 

Questo secondo capitolo del Libro del Piacere contiene una frase che domanda una qualche apologia per come è espresso. Spare scrive: “ Come unità concepisce dualità, essa diventò trinità e diventò tetragrammaton”. Vista la usuale visione occulta nichilista della creazione questo è altamente eccentrico. Come abbiamo visto è il Pleroma che di necessità genera la dualità (0=2 nella formula di Crowley) perché ogni cosa che viene da ciò emerge con i suoi opposti. (Così solamente persino i numeri, cioè i ‘principi femminei’, arrivano dal niente). Ed in nessun modo il Pleroma può essere descritto come ‘Una cosa’. Ma dove è assurdo parlare di un uomo che ha dato la vita ad una donna (unità generò dualità) è quasi normale per un uomo essere nato da una donna (una unità che viene trovata dentro una dualità). Una volta che noi abbiamo la dualità noi abbiamo la fondazione della coscienza che guarda indietro alla dualità originaria e percepisce che essa contiene due unità. Così la coscienza può estrapolare al di là di quella dualità e postulare un’unità superiore, chiamandola ‘l’azione di estrarre una dualità dal Pleroma’.

 

Questo è naturalmente una costruzione delle operazioni della propria coscienza e così alla fine un rifiuto. D’altronde creare nuove complicazioni perché parlare di ‘un atto di creazione’ significa postulare un momento nel tempo – denominare un ‘prima’ e un ‘dopo’. Come Spare dice nella sua frase: “La Dualità, essendo unità, è Tempo…”. Così noi troviamo Saturno o il ‘Tempo’; rappresentato nelle prime tre sephiroth dell’Albero della Vita anche esse non contengono sufficiente materiale per la creazione tridimensionale.

 

Spare chiude il capitolo con una sua osservazione degli inevitabili alti e bassi dell’esistenza. L’estasi per qualsiasi lunghezza di tempo è difficile da ottenere e bisogna lavorarci pesantemente per ottenerla. Con cosa egli bilancia l’estasi? Misura per Misura  dall’intenso dolore, dolore e miserie. Vari gradi di miseria alternati con scoppi di piacere ed emozioni meno ansiose sembrerebbe la condizione della coscienza e dell’esistenza. La dualità è la legge.

 

A questo punto il lettore casuale (sarei meno sorpreso di trovare un tassista londinese al Polo Sud che di trovare un casuale lettore ancora con noi) è incline a chiudere il libro con disappunto. La  dualità è la legge – così Spare non ci ha offerto nessuna speranza di salvezza.

 

Invece c’è una grande differenza. Noi non ci possiamo liberare dal fallimento e dalla miseria ma possiamo essere in una posizione da usarla. Conoscendo la legge della dualità ci porta la possibilità di distinguere noi stessi dalla sua opera. Non più  il cieco lato dentro la disperazione ma piuttosto la studiata discesa, ed il piano di usare questa inevitabile disperazione al fine di progettare il prossimo punto più alto. Questa è la chiave del lavoro pratico di Spare, o magick vivente. Io posso solo dire che essa con la pratica e la comprensione aiuta di fatto a creare la possibilità della esultanza nella disperazione. Concludo con questo simbolo simpatico per la creazione:

 

 

“Una forma fatta di due che è triplice ed ha quattro direzioni”.

 

 

(IV)

 

‘Soliloquio sulla Divinità’ è il seguente capitolo: esso critica le credenze moderne.

 

Voi non credete in Dio e nei Fantasmi – perché non li avete mai visti? Cosa! Non avete mai visto i fantasmi beffardi delle vostre credenze? – Sì, le vostre vere facoltà e le vostre Bugie più coraggiose sono Dei! Chi è l’uccisore dei vostri Dei – solo un Dio!

 

Le scritture di Nietzsche sono utili da leggere in congiunzione con Spare, (molti passaggi, per esempio, di L’Alba del Giorno sono stati sottolineati con questo capitolo nella mente ma spero di restringermi dalle citazioni). In particolare lo stile e il sentimento di ‘Così parlò Zarathustra’ sono riflessi in Anatema di Zos di Spare (una scrittura automatica) in tali frasi come: Fate che i vostri piaceri siano come i tramonti, ONESTI…SANGUINANTI…GROTTESCHI”, insieme con i riferimenti di Zos al bisogno per un’aria pulita e solitudine.

 

Eppure Nietzsche aveva molto più rispetto per la scienza di quello che ne aveva Spare; come è stato detto precedentemente, al tempo di Nietzsche, la scienza sembrava la liberatrice piuttosto che il tiranno. Spare ci chiede di essere più critici di quello che la scienza ci ha dato. In Thundersqueak (libro di Lionel Snell) per esempio si spiega come ogni trionfo dei dilettanti sperimentali tecnologici è annesso più tardi come un ‘Trionfo della Scienza Moderna’, dove invece di fatto il solo effetto che può essere INDISPUTABILMENTE ascritto alla scienza è la sua abilità di FERMARE certe cosa dall’accadere – per esempio la religione o la magia.

 

Spare descrive come la scienza ha ‘scoperto’ nuove malattie, così creandole nelle nostre opinioni, cosicché noi soffriamo e abbiamo bisogno di richiamare ancora la scienza  per la loro cura. Egli descrive come i ‘fatti’ sono prodotti in coppie opposte: per esempio la scoperta che il sole era milioni di miglia lontano piuttosto che poche miglia significa che noi dovevamo anche credere che esso fosse molto più potente di quello credevamo prima – al fine di giustificare l’ammontare del caldo che riceviamo.

 

Spare illustra come tu sei ‘uno’ con la farfalla in un passaggio interessante. Egli aggiunge ‘così se ferisci la farfalla ferisci te stesso. Ma la tua credenza che non ti sei ferito da te stesso ti protegge dalla ferita – per un po’ di tempo! La credenza si stanca e sei miserabilmente ferito!”

 

“Sei spaventato ad entrare in un covo di tigri?…Eppure ogni giorno non sei spaventato ad entrare nei covi abitati da più terribili creature che le tigri [come sono gli uomini], e te ne esci fuori illeso- perché?

 

La Scienza è il maledetto dubbio del possibile, sì di quello che esiste!

 

Tu non puoi immaginare una impossibilità, niente è impossibile, tu sei l’impossibile! Il dubbio è ritardo – tempo – ma come ti punisce! Niente è più vero di ogni altra cosa! Che cosa NON sei – te risponderesti sempre sinceramente?”

 

 

(V)

 

Il capitolo seguente è intitolato ‘La Posizione della Morte’. Un nome che richiama l’osservazione di Basilide che la creatura muore al momento in cui non fa distinzione.

 

Spare inizia ammonendo che le idee del sé in conflitto non possono essere uccise, perché è la tua resistenza che dà loro realtà. Egli sostiene una formula di non resistenza: “Non importa – soddisfa te stesso”.

 

Qui egli descrive la regola del Né l’uno-Né l’altro e ci dice di ricordarsi di ridere ad ogni momento, riconoscere tutte le cose e non resistere: “quindi non vi è conflitto, incompatibilità o costrizione come tale”.

 

…’Soddisfa te stesso’ è il suo credo. Quest’ultima citazione mi suggerisce che nel 1913 Spare era il portavoce della controparte negativa ‘femminile’ del molto positivo ‘fai quello che vuoi’ di Crowley. Due poli della stessa Corrente 93 come lo furono.

 

A sostegno di questi passaggi posso citare quello che conosco sulla letteratura Taoista. Nel secondo capitolo del Tao Te Ching vi è: “Quindi il saggio si attiene all’azione che consiste nel non tenere alcuna azione e pratica l’insegnamento che non usa parole.

 

Non citerò tutta la descrizione della Posizione della Morte e delle pratiche consimili. Vi sono molte innumerevoli pratiche così innumerabili come I peccati, futili per sé stesse ma indicative degli ultimi mezzi.

 

Ti tendi fino alla tua piena altezza, stando sulla punta dei piedi con il collo teso, mani congiunte dietro la schiena e le braccia rigide: respira profondamente e velocemente fino a che ti senti stordito e esausto. Questo ti prepara per la Posizione della Morte; riposa pigramente sulla tua schiena come in una voragine, sospira e sorridi. Dimentica il tempo e il mondo.

 

O altrimenti guardati fissamente in uno specchio fino a che la visione si frantuma, lo sforzo è dimenticato e hai una sensazione di immensità irraggiungibile. Questo dovrebbe essere praticato prima della attuale Posizione della Morte al fine di dare alcune idee allo stato mentale.

 

Che le pratichi giornalmente, di conseguenza fino a che egli arriva al centro del desiderio. Così ostacolando il credo e il seme dalla concezione essi diventano semplici e cosmici. (l’ultimo è un riferimento alla trasmutazione alchemica dell’energia sessuale).

 

Mi piace questa frase: “La primordiale vacuità (o credo) non è attraverso l’esercizio di mettere a fuoco la mente sulla negazione di tutte le cose concepibili…ma facendole ora non eventualmente”. Questo suggerisce una storia quasi Zen che dovrebbe descrivere un allievo che chiede a Spare come raggiungere la liberazione e riceve la risposta: “Là! L’hai persa”. In altre parole: ad ogni istante la liberazione è così vicina che l’atto reale di fare una domanda fece sì di perderla mancando attraverso il ritardo l’opportunità di saltare al di fuori del tempo ed afferrarla.

 

Non mi era ancora del tutto chiaro quale poteva essere la connessione tra il sistema magico di Spare ed il sistema Egiziano con la sua ricchezza di Divinità e quando mi sono ricordato dei notevoli versi Diciannovesimo e Ventesimo del secondo capitolo del Divino Pimandro di Hermes come dato in G.R.S. Mead “Thrice Great Hermes” come “Mind unto Hermes”. Cito una parte del Ventesimo verso che colma questa lacuna abbastanza bene, essendo molto appropriato al lavoro di Spare, in ogni caso sicuramente di ispirazione egiziana:

 

“Quindi in questo modo conosci Dio; avendo tutte le cose in Sé come pensieri, lo stesso Cosmo intero.

 

Se, quindi, se voi non diventate voi stessi come Dio, voi non potete conoscerlo. Perché il simile è conoscibile solo dal simile.

 

Quindi fai crescere te stesso nella stessa misura della Grandiosità che trascende tutte le misure; slanciati in avanti da ogni corpo; trascendi tutto il tempo; diventa Eternità, e così conoscerai Dio.

 

Riconoscendo che niente è impossibile a te, pensati senza morte e capace di conoscere tutto – tutte le arti, tutte le scienze, la via di ogni vita.

 

Diventa più alto di tutte le altezze, e più basso di ogni profondità. Colleziona dentro te stesso tutto il senso di tutte le creature – del fuoco dell’acqua, asciutto e umido. Pensa che sei allo stesso tempo in ogni luogo – sulla terra, sul mare, sul cielo, non più generato, nella vagina, giovane, vecchio e morto, nelle condizioni dopo la morte.

 

E se te conosci tutte queste cose in una volta sola – tempi, posti, fatti, qualità e quantità; allora tu potrai conoscere Dio”.

 

 

(VI)

 

Nel suo seguente capitolo “I Nebulosi Nemici Nati dallo Stagnante Auto-Ipnotismo” Spare si adopera per chiarirci il suo uso della parola ‘Credo’, un credo naturale piuttosto che la ‘fede’ conscia che egli respinge nel suo primo capitolo.

Egli dice:”La natura del credo eguaglia tutte le possibilità alla fine attraverso l’identificazione attraverso la cultura a un’idea del tempo, così ciò che non è opportune non è vero, e ciò che non è vero non è oroscopo. Il pensiero di una cosa implica la possibilità di un’altra idea contraddittoria ma non dissociata, il credo è renderne ‘uno’ più convincente.

 

Il Centro del credo è l’amore di sé, proiettando l’ambiente per la realizzazione ma consentendo la sua distorsione, di simulare un rifiuto, una ambizione di diventare ulteriore all’auto-desiderio, ma non puoi andare avanti oltre il centro, così uno moltiplica (crede) al fine di essere inconsapevole del principio essenziale”.

 

Qui Spare sta ovviamente parlando di differenti livelli di credo, infatti egli si riferisce a quelli nel desiderio come se si rifiutassero di credere a quello a cui credono. E’ il credo più profondamente inconscio che proietta la materia base dell’ambiente, le credenze minori e più consce semplicemente aggiungendo impressioni fuggevoli o distorsioni fino a che noi arriviamo alla completa coscienza che è confusa da questo ambiente e lotta per poterlo dominare. Così il reale desiderio conscio per dire la ricchezza va ad evocare l’opposizione dell’ambiente, poiché è inevitabile che ad un certo livello ci deve essere un credo che pone un limite sul potenziale benessere di ognuno. Questo scisma o cecità è necessario perché noi cerchiamo di fuggire alla realtà. Se la natura non pretese di sorprenderci noi dovremmo ritornare dentro il sé.

 

Il credo fondamentale della scienza (e così di una buona parte importante di ogni mente di scienziato) è che l’universo alla fine è morto e noioso. Il progresso della scienza uccide pian piano l’universo ma ci sono piccoli scoppi di sorpresa sul fronte dell’onda. La televisione annuncia regolarmente sbalorditive nuove scoperte o teorie che minacciano di capovolgere il pensiero scientifico – ma non sentiamo nulla di ciò. Ognuno dei due sono troppo noiosi oppure sono colpite a morte a loro volta.

 

Così noi vediamo che la natura di fatto sta giocando con la scienza tirandogli i suoi frammenti come nutrire una scimmia ingabbiata con noccioline. Così essa sta salvando sempre la scienza dal cadere nell’orrore dell’ultimo successo. Le brucianti estasi dell’amore senza speranza illustrano come I più grandi rifiuti portano i più grandi desideri e meno pericolo della realtà.

 

Così la magia effettiva richiede che noi portiamo via il nostro desiderio dal Grande Abortitore e lo mandiamo dentro l’inconscio. Il sistema dei sigilli di Spare è costruito con questo proposito in mente.

 

Alla fine questo capitolo da al cinico il disappunto che egli invita. Spare non esamina le limitazioni della sua personale filosofia. Noi dobbiamo usare il Né l’uno-Né l’altro dappertutto, noi dobbiamo disperdere tutto il credo nelle proprie scritture di Spare attraverso il Né l’uno-Né l’altro. Di fatto noi dobbiamo disperdere la concezione del Né l’uno-Né l’altro attraverso il Né l’uno-Né l’altro e credere che esso ‘non è necessario’. Alcuni di noi troveranno ciò molto facile!

 

Per un altro resoconto del trascendere la dualità attraverso il loro annientamento vedi i commenti sul Matrimonio Mistico in Liber Aleph di Aleister Crowley – in particolare capitoli 20-25.

 

 

(VII)

 

Ne ‘L’Amore di Sé come una Dottrina Morale e Virtù’ noi abbiamo un capitolo che può essere spiegato del tutto con citazioni da Nietzsche e dal Tao Te Ching.  Considerata le frasi di apertura:

 

“Il criterio per l’azione, è libertà di movimento, opportunità di espressione, piacere. Il valore della dottrina morale è nella sua libertà per la trasgressione. Io ritengo la più preziosa la semplicità.”

 

Nietzsche sarebbe stato felice di leggere:

 

“Il vero maestro non infonde alcuna conoscenza, ma gli mostra la sua sovrabbondanza.

 

Chi è più vicino a te, l’amore di sé e la sua immoralità o l’amore e le morali?

 

La carità perfetta ottiene, quindi beneficia di tutte le cose con il non dare

 

La conoscenza è solo l’escremento della esperienza”.

 

A confronto con la dottrina Taoista io presenterò citazioni di Spare dal suo capitolo  in alternanza con le citazione del Tao Te Ching, pertanto nominandoli S e T:

 

“S: Non sono le più semplici cose del mondo le più perfette, pure, innocenti, e le loro proprietà le più meravigliose?

 

T: Il Masso Non Scolpito sebbene sembri di poco conto è più grande di ogni cosa che è sotto il Paradiso.

 

S: Quando la fede perisce allora il dovere alle dottrine morali perisce, noi siamo senza peccato e restiamo per sempre in un amore tutto divorante.

 

T: Bandisci l’umana bontà, elimina la moralità. E il popolo diverrà obbediente e caritatevole.

 

S: E’ perché lo conosco senza averlo imparato …

 

T : Quindi il saggio…impara ad essere senza erudizione.

 

S: Il controllo è attraverso il lasciare che le cose producano la loro propria salvezza.

 

T: Governare un grande stato è come bollire un piccolo pesce (cioé essi non devono essere amministrati).

 

S: Egli è analogo al grande scopo. Le sue azioni spiegate da lui, buona vista del suo male, senza sapere, ognuno soddisfatto con la sua volontà.

 

T: Quindi il saggio prende il posto sopra il popolo e non è ancora carico: prende il posto a capo del popolo e ancora non causa ostruzione. Questo perché l’impero lo sostiene gioiosamente e non si stanca di fare così”.

 

Nell’illustrare queste citazioni parallele noi stiamo cercando di provare che Spare ha plagiato fonti più antiche? No. Noi cerchiamo invece di superare la difficoltà del fatto che il termine di Spare ‘Amore di Sé’ apparirà repulsivo a molti di noi perché suggerisce qualcosa che noi pensiamo di conoscere e disprezziamo. Ma io ti chiedo è la tua idea di egoismo realmente degna della parola ‘Amore’ ne ‘l’Amore di Sé’?

 

Prendendo due testi, a prima vista molto differenti, e trovando in loro alcune affinità nelle loro idee liberatrici io spero di aver illustrato percorsi alternativi alla teoria di Spare che aiuterà a diluire la iniziale incomprensione. D’altro canto noi abbiamo reso possibile la triplicazione dell’incomprensione.

 

Una citazione finale che inumidisce le guance da Spare: “Può l’idea di Dio morire e con essa le donne; non mi hanno tutte e due fatto apparire clownesco?

 

 

(VIII)

 

Nella ‘Dottrina dell’Eterno Amore di Sé’ passaggi precedenti sono riassunti ed è data una ulteriore illustrazione della qualità e dei meriti dell’amore di Sé.

 

Se questo libro avesse avuto una lista dei contenuti, il titolo del prossimo capitolo avrebbe colpito la nostra attenzione immediatamente; esso è ‘Il Completo Rituale e Dottrina della Magia’.

 

Per prima cosa egli menziona la segretezza, quindi egli da una definizione di magia che avrebbe fatto piacere a un alchimista: “Magia: la riduzione delle proprietà alla semplicità, rendendole trasmutabili per utilizzarle di nuovo in altre direzioni, senza capitalizzazione, raccogliendo frutti molte volte”.

 

Spare quindi ci ricorda che noi dobbiamo evitare “deliberazione, sopra coscienza e concentrazione”. Questa è la parte più difficile, il “lasciarsi andare” del desiderio così che si può affrettare il raggiungimento del suo proposito; perché il desiderio conscio non produce. Né avremo bisogno di allucinare.

 

Il processo che egli descrive è per coloro che non hanno superato la legge della dualità (che sollievo!) e così ha bisogno di lavorare dentro la legge. Quindi il mago deve aspettare fino a che egli abbia un altro desiderio che sia di intensità simile a quello che egli desidera raggiungere. Questo desiderio sarà quindi sacrificato al fine che il primo possa essere raggiunto. Un esempio potrebbe essere per il mago di scegliere un periodo quando un amico lo ha alla fine deluso, la sua fiducia nel suo amico è crollata ed il sacrificio di questa amicizia risponderà alla scopo. Questa entità libera dal credo ed il suo desiderio sono uniti dal suo scopo dall’uso dei sigilli o lettere sacre.

 

Così il praticante è in uno stato di disperazione, egli costruisce un sigillo per formalizzare il suo desiderio e si siede in meditazione. Egli calma la sua mente di tutti i pensieri eccetto che il sigillo visualizzato. (Non è più un ‘desiderio’ che è nella sua mente ma piuttosto una semplice forma geometrica). Nella meditazione egli muove la sua coscienza lentamente in una parte, così che nessuna impressione esterna possa disturbare.

 

Ciò produce una sensazione di calma isolata, di equilibrio , che richiama il passaggio nel “Book of Lies” di Crowley: “L’universo è in equilibrio; quindi colui che è senza di esso, sebbene la sua forza sia solo una piuma, può capovolgere l’Universo”.

 

Solo il sigillo è conservato nel pensiero e deve essere usato come il ‘calice’. Avendo ritirato la coscienza ad un determinato punto ciò gli dà una sensazione di circostante immensità. Egli è il punto, intorno a lui vi è l’infinito – Crowley lo descriverebbe come Hadit e Nuit e quindi il matrimonio conclusivo al quale si riferisce qui è riflesso. Perché Spare dice che ora egli ora deve immaginare una unione che ha luogo tra egli stesso (la mistica unione dell’Ego e dell’Assoluto). Questo dovrebbe produrre una estasi sessuale.; ma  non è desiderato che diventi fisica nella sua manifestazione. Il nettare di questa estasi – l’estratto del Sole e della Luna – dovrebbe essere lentamente sorseggiato dal calice.

 

Il corretto stato mentale dovrebbe essere quello dove egli è al di là del desiderio, l’oggetto originale dell’operazione è dimenticato e non più di interesse, eccetto che egli sta ancora tenendo questo sigillo apparentemente senza significato nella mente.

 

Ma potrebbe fallire, ed ancora bramare per questo desiderio; quindi è in pericolo di esserne ossessionato. Invece di essere ordinariamente impacchettato e lasciato cadere in profondità dentro l’inconscio il desiderio è libero di succedere alla sua mente la sua mente in questo momento di estrema vulnerabilità. Tutta la energia libera del suo disappunto originale è a sua disposizione.

 

 

(IX)

 

Cos il capitolo seguente è una ‘Nota sulla Differenza dell’Ossessione Magica (Genio) e Follia’.

 

Egli critica lo spiritualismo nel modo che è consueto tra i maghi. Mentre il mago consciamente sceglie una ossessione e quindi ha il potere conclusivo sopra di essa attraverso la conoscenza di come legarla, il medium passivo espone se stesso ad ossessioni sconosciute.

 

Dovrebbe la ossessione non invitata nella sua mente diventare forte come il suo personale Ego e allora ci sarebbe  una separazione nella personalità; una perdita di controllo.

 

Spare conclude che la Malattia e la Pazzia nascono quando c’è una energia libera dentro, la quale non ha nessun ruolo da svolgere nell’economia vitale. Questa energia libera, che dovrebbe essere usata per vitalizzare un sigillo è come una forma di lavoro senza occupazione che, non avendo alcuna parte nella economia vitale, cercherà di trovare espressione attraverso la resistenza (ciò suggerisce una analogia con alcune teorie circa le cellule del cancro).

 

 

(X)

 

Il capitolo seguente intitolato ‘Sigilli’ (sottotitolato ‘La Psicologia del Credere’) ci dice poco sui sigilli eccetto che ci ricorda alla fine che al sigillo magico non dovrebbe essere permesso di ritornare alla coscienza e conosciuto, ma dovrebbe essere represso e dimenticato.

 

Spare suggerisce che lo stato della mente più produttivo del genio è quello che è aperto a tutte le percezioni ed è immorale nel fatto che permette una libera associazione di idee senza le strette regole di credenze passate o conoscenze.

 

Egli chiede cosa è accaduto alle nostre sorprese infantili quando noi vedevamo le cose per la prima volta e ci stupivamo per questo, facendo domande ‘infantili’ (cioè filosofiche). Non è il fatto che il mondo è ora sterilizzato dai nostri modelli di ‘conoscenza’ (per esempio le credenze) che sono come una tenda tra di noi e la sorpresa?

 

La differenza tra questa ricettività e la ricettività disprezzata dello spiritualista nell’ultimo capitolo è chiaramente quella del richiamo a una attenzione – o almeno ad una innocenza!

 

 

(XI)

 

Ora segue un capitolo piacevole intitolato ‘Il Subconscio’.

 

Egli inizia annunciando che tutti i geni hanno una attività subcosciente e che anche hanno qualche interesse potente, non rilevante, o un hobby che li serve a distrarre la coscienza dal loro interesse volta a volta, con il risultato che il subconscio può lavorare su di esso. Così accade che questa ispirazione arriva in momenti strani. Essa RICHIEDE un precedente esaurimento di concentrazione ma non è facile che emerga in questo momento, ma piuttosto quando la coscienza ha stancamente distolto lo sguardo o noi ci abbiamo ‘dormito sopra’ (un libretto di W.H. Easton intitolato “Pensiero creativo e come svilupparlo” ristampato dall’edizione dell’agosto del 1946 dal Mechanical Engineering  sostiene questa osservazione).

 

E così che noi dobbiamo dimenticare il nostro desiderio una volta che esso è sigillizzato. Una nota importante è che non è bene desiderare l’opposto come tale, perché questo è troppo reminiscente del desiderio originale; invece noi possiamo considerare argomenti irrilevanti.

 

L’idea di Spare del subconscio è più affine all’Inconscio Collettivo di Jung che ogni altra funzione interiore. Presumendo una storia evoluzionista egli dichiara che così come la nostra storia evolutiva è illustrata dallo sviluppo del feto, così essa è registrata nel nostro essere. Se il cervello umano si è sviluppato dal fondamentale cervello mammifero  – piuttosto che essere stato creato miracolosamente ed indipendentemente –  la sua struttura più profonda (‘più profonda’ per la crescita evolutiva è apparentemente esterna) deve essere comune a tutti i mammiferi incluso l’uomo. Progredendo indietro le differenti diramazioni dell’evoluzione convergono e noi troviamo che noi conteniamo la copia cianografica per tutta la creazione indietro fino alla nostra struttura cellulare che riflette le primitive forme di vita.

 

Così attraverso il retrocedere dentro questo “Magazzino delle memorie” noi possiamo contattare tutti gli strati delle forme di vita precedenti. Ma l’evoluzione è ampiamente un processo di complessità crescente – risultando nella diminuzione di competenza ed abilità. Attraverso il lento processo del pensiero cosciente l’Uomo deve combattere per oltrepassare le sue ovvie limitazioni. La sua tecnologia lo ha fornito con la rapidità di un leopardo, l’abilità di volare e la resistenza alle stagioni; eppure egli non è potente come il microbo! Eppure noi possiamo contattare questi profondi strati con l’uso dei sigilli di Spare e così noi possiamo prendere i loro poteri direttamente.

 

La sola ragione perché i nostri abituali metodi di apprendimento e studio mai producono risultati è che loro possono produrre questo esaurimento che distare la concentrazione.

 

Tutto il rituale e il cerimoniale è inutile – originariamente inventato per dilettare e per ingannare. Ma, come accade, gli ingannatori finiscono per ingannare sé stessi più delle loro vittime.

 

 

(XII)

 

In ‘Sigilli. Credo con Protezione’ egli descrive il suo sistema di sigilli. Il procedimento esatto non è veramente importante.

 

Dal principio alla fine del libro le sue illustrazioni sono decorate con bei sigilli di stili differenti. Egli ha i suoi personali alfabeti magici – usa sei differenti alfabeti in questo libro e non li spiega nemmeno uno di essi, perché un alfabeto magico è un gruppo  di simboli che inventi per comunicare con il tuo proprio subconscio e così dovrebbero essere dei vostri disegni privati (come il perfetto mazzo dei tarocchi ‘personale’). “I Sigilli sono monogrammi di pensiero”.

 

Egli suggerisce che noi scriviamo in maiuscole e sovrapponiamo le lettere in un monogramma. Così ‘DONNA’ potrebbe divenire per esempio:

 

 

In questo modo egli mostra come il desiderio “Questo è il mio desiderio di ottenere la forza di una tigre” può ridursi a un singolo monogramma.

 

 

Egli continua descrivendo metodi di uso in un passaggio che ci fa domandare se egli sta amplificando le istruzioni del suo ‘Rituale Completo’ o se egli sta dando un approccio alternativo. Egli parla dell’ottenere la vacuità attraverso alcuni mezzi, citando come buoni esempi: mantra e asana, donne e vino, tennis e solitari, o passeggiare in concentrazione. Egli aggiunge che nessuno di questi sono necessari per qualcuno che per un momento ha raggiunto lo stato al di là della dualità, come attraverso il Né l’uno–Né l’altro; così forse questa è una magia ‘minore’ per quelli che non hanno ancora padroneggiato il Rituale Completo discusso precedentemente?

 

In effetti sembra che Spare ha seguito il migliore schema per un libro di magia pratica: egli ha iniziato con la teoria della perfezione – e così respinto il semplice curioso – ha proceduto a descrivere la sua ‘Alta Magia’ e così respinto il dilettante – e solo ora sta parlando a noi ‘come costruire incantesimi’.

 

Quando uno è esausto la forma del sigillo è tenuta nella mente fino a che essa cresce e diventa vaga e svanisce – portando con sé il desiderio.

 

 

(XIII)

 

Il capitolo seguente sul ‘Simbolismo’ estende la teoria dei simboli in generale. Egli descrive come un artista può conoscere una verità nella forma simbolica prima che gli scienziati la scoprano. Gli egiziani in questo modo compresero la teoria dell’evoluzione – come riflessa nelle immagini dei loro Dei – ma essi la compresero solo in rapporto a quello che gli era utile per le loro vite; essi non proseguirono questa conoscenza come noi abbiamo fatto.

 

 

(XIV)

 

Le sue idee sull’arte sono ampliate in “Disegno Automatico come un Mezzo per l’Arte”. Egli fornisce un parallelo con la  sua legge dell’amore di Sé che è stata elogiata come una legge che permetteva la sua personale trasgressione, poiché la legge dell’arte esiste e tuttavia essi non hanno bisogno di tiranneggiare. Nel momento in cui una legge inizia a dominare noi siamo liberi di creare una nuova arte rompendo quella stessa legge.

 

Egli descrive come usare un sigillo come una base per un disegno automatico. Prima di tutto devi allenare la mano ad essere libera dalle inibizioni, a vagare liberamente in facili nodi ed ondulazioni (distinti dallo scarabocchio maniacale della frustrazione). Quindi un sigillo è usato per ottenere il livello del subconscio corrispondete alla immagine desiderata (egli illustra un disegno basato su un karma uccello) mentre la coscienza è repressa da qualche parte – per esempio guadando fisso il tuo pollice in un raggio di luna fino a che “è opalescente e suggerisce una fantastica riflessione di te stesso”.

 

 

(XV)

 

Egli conclude con il capitolo “Su me stesso” nel quale egli interroga tutto quello che ha fatto, ed i suo valore è ‘diritto’ a fare ciò. Egli è così cauto che non osa nemmeno credere pienamente alle sue proprie idee e tuttavia:  “Sebbene io sia povero la mia soddisfazione è al di sopra della vostra comprensione”.

 

E’ difficile trattenersi dal chiedere una domanda su Spare che è solamente una forma leggermente meno sottile della vecchia spiritosaggine “Se te sei così intelligente perché non sei ricco?”. Dopo tutto se fu veramente il genio di Einstein quello che ha portato alla scoperta del potere atomico che ora tiene il mondo in equilibrio, perché egli fallì dal divenire un dittatore del mondo? Potete realmente credere che egli non cercò di esserlo?

 

Il Tao Te Ching dice:

 

“Io solo sono inattivo e non rivelo alcun segno,

come un bambino che non ha ancora imparato a sorridere

disattento come se non avesse alcuna casa in cui ritornare

La moltitudine tutta ha più che abbastanza

Io soltanto sembro avere bisogno.

La mia mente è quella di un pazzo – come vuota!

Il popolo volgare è chiaro

Io solo sono sonnolento

Il popolo volgare è sveglio

Io solo sono confuso

Calmo come il mare

Come un vento alto che non cessa mai

Tutta la moltitudine ha uno scopo

Io solo sono sciocco e goffo

Io solo sono differente dagli altri

E il valore nutrito dalla Madre”.

 

Austin Spare conclude con la frase:

 

“Ahimè la futilità dell’idea di Dio non ha raggiunto il suo limite, tutti gli uomini sono bugiardi, sembrano darsi da fare per raggiungere la follia come il suo punto più alto: mentre io solo come chi è prematuramente invecchiato, la ragione barcollante sul suo trono, rimango sano di mente, nella castità positiva, non confessando alcuna coscienza, alcuna morale – vergine nella singolarità del proposito”.

 

 

(XVI)

 

In questo saggio non ho menzionato le sue illustrazioni, per esempio “La Posizione della Morte – Sensazione Preliminare Simbolizzata” dove le figure non hanno testa e così richiama la meditazione “sul non avere una testa” (invece la testa è nella regione del cuore). Né io ho considerato la storia della vita di Spare. Ma io spero che queste note incoraggeranno il lettore a perseverare con Il Libro del Piacere.

 

Perché la natura della scrittura di Spare è tale che è possibile leggere l’intero libro per la prima volta e non ottenere da esso assolutamente alcunché. D’altra parte non dovete scoraggiarvi, una lettura ripetuta è soddisfacente. Almeno Spare ebbe la decenza di scrivere libri BREVI.

 

 

POSTSCRITTO

 

Una delle caratteristiche intriganti de “Il Libro del Piacere” è il riferimento nella sua nota a piè di pagina nella introduzione ai diversi capitoli che Spare decise di omettere. La lista dei capitoli omessi suona più eccitante dell’attuale contenuto pubblicato, a molte persone accoglierebbero con favore la prova che essi sono realmente esistiti!

 

Il primo di questi capitoli omessi è chiamato ‘La Festa dei Supersensualisti” e dà un filo conduttore ad un’altra influenza di Spare: il trattato di Jacob Boehme “Della Vita Supersensuale”.

 

Il problema con Boehme è che la sua scrittura è ammantata dalla nauseante immaginazione Cristiana – penso che non puoi aspettarti molto di più da un semplice ‘ciabattino’ – ma per coloro con uno stomaco forte, e la discriminazione di esaminare il magico grano dalla paglia cristiana io raccomando lo studio di questo trattato. Alcune citazioni illustreranno la sua rilevanza riguardo a Il Libro del Piacere.

 

“Il discepolo disse al suo maestro: Signore come posso arrivare alla vita supersensuale. Il Maestro rispose e disse “Figlio, quando tu puoi gettare te stesso in QUELLO, dove nessuna creatura risiede, anche solo per un momento…. .”

 

E “Esso è in te, e se tu puoi, mio figlio, per un momento cessare da tutto il pensare e il volere”

 

In seguito “e te amerai te stesso, io dico, ama te stesso, e persino di più di quello che hai fatto finora”.