Immagini di Luce

I

 

  1. “Spectant victores ruinam naturae”. Sicuri della vittoria stanno osservando la rovina della natura, scrisse lo scrittore Romano Plinio. Ombre di Damocle incombono sulla terra dall’inizio della rivoluzione industriale, segni dell’atteggiamento offensivo dell’umanità verso le risorse della natura divenuta un teatro di guerra. Questa distruzione incommensurabile ed irreparabile dei paesaggi naturali e culturali, questo incantesimo di magia nera di mondi disastrosi di cancro – che solo negli ultimi due decenni è stato percepito da un più grande numero di persone – fu allo stesso modo compreso più di un centinaio di anni fa da una coppia di visionari che fondarono movimenti attivi per un rinnovamento della vita come risposta al cambiamento definitivo di diversi paesi Europei da uno stato agricolo a quello industriale. Essi vollero contrapporre allo sfruttamento disastroso un modo alternativo di vita, una armonia con i regni vegetali ed animali rispetto allo sperpero ed alla distruzione, una visione luminosa, pagana e completa alle immagini cineree di una apocalisse imminente. Il futuro dell’umanità dovrebbe dipendere da decisioni etiche che non possono essere poste nelle mani vuote di politici dalle menti ristrette, incuranti delle conseguenze, che pensano solo in termini materiali e credono ancora nel miracolo economico, il Wirtschafswunder, accecati dal fascino delle nere figure. Uno di questi visionari che sognarono una via ecosofica che unisse la natura e la spiritualità fu l’artista Fidus, uno dei primi figli dei fiori.

 

II

 

  1. Fidus nacque come Hugo Höppener l’8 ottobre 1868 a Lübeck nel Schleswig- Holstein. Durante la sua infanzia fu spesso malato e durante le sue lunghe permanenze a letto iniziò a disegnare rivelandosi un eccellente talento. Nella primavera del 1887 passò l’esame all’Accademia di Belle Arti di Monaco.

 

  1. Ma nell’estate di quell’anno conobbe un uomo che cambiò tutta la sua vita. Era il pittore e credente solare Karl Wilhelm Diefenbach (1851-1913) che viveva a Höllriegelskreuth a sud di Monaco in una cava in disuso. Per Fidus egli fu un Meister, un maestro spirituale. Egli fu così colpito dalla sua religiosità naturale e dalla sua arte sacra che immediatamente gli chiese di essere accolto e divenire il suo discepolo. Abbandonò la sua educazione e seguì l’esempio di Diefenbach – si lasciò crescere i capelli, visse in modo strettamente vegetariano e dipingeva nudo o in vestiti di lana. Giocava molto con i bambini del suo Maestro, sua figlia Stella e i due figli Helios e Lucidus. Diefenbach gli diede il nome Fidus, il fidato, il confidente. Ma l’idillio nella cava fu illusorio – Diefenbach aveva molti conflitti con gli ufficiali della Baviera, che cercarono di toglierli i suoi figli, e con gli abitanti del vicino villaggio a cui non piaceva il nudismo della piccola comune. Nei giornali il Meister fu chiamato un ciarlatano, un apostolo del cavolo e della rapa, il Salvatore dei folli.

 

  1. Nell’agosto del 1887 Fidus fu denunciato anche lui per “nudità durante lavoro artistico”. Fu così arrestato per otto giorni. Verso la fine di quell’anno cominciarono a lavorare insieme a una tela lunga sette metri con profili intitolata “Per aspera ad astra”; siccome il braccio destro di Diefenbach era paralizzato Fidus dipingeva per lui. L’opera era l’immaginazione di un testo scritto dal Maestro. Egli descriveva la ricerca dell’Eden da parte di un padre senza casa insieme a suo figlio; questa ricerca li portava nei pressi di un grande tempio fuori del quale vi era una processione quasi interminabile di bambini che giocavano e danzavano e animali con fiori, rami, strumenti musicali, il risultato era.…un incantesimo di giovinezza eterna, una naturalezza e semplicità eterna:

 

“Riconosci il tuo Sé!

Dentro di TE vi è un dio,

Cielo e Paradiso,

La casa del tuo spirito, la tua anima,

Il felice splendore della terra,

l’eterna immensurabilità dell’Universo,

Giace nascosto come embrione nel petto di ogni uomo

Riconosci il tuo Sé!

Solo la percezione della tua divinità

Libera dai legami e dalle maledizioni

Di errori, di crimini, di miseria senza nome

Dalla violazione del tuo sé e madre Terra!

Divieni il Dio della vita e saluta

Il Dio dell’amore e Supremo

Dio

La primavera eterna della NATURA divina”

 

(K.W. Diefenbach,  Per aspera ad astra, p.2)

 

  1. Nella primavera del 1889 Fidus organizzò a Monaco la prima grande esibizione con le opere di Diefenbach. Ma alcune lune dopo i due ebbero una discussione, in apparenza il Maestro spesso era esasperato a causa dei problemi infiniti con gli ufficiali e la moglie da cui aveva divorziato. Fidus abbandonò Höllriegelskreuth e ritornò all’Accademia.

 

III

 

  1. K. W. Diefenbach soggiornò solo altri due anni in Baviera, per vivere successivamente un certo periodo a Vienna. Dal 1895 egli visse con i suoi bambini per due anni in Egitto. Alla fine si ritirò nell’isola di Capri dove soggiornò fino alla sua morte. Ancora oggi la Certosa di Capri ospita il museo Diefenbach che esibisce diversi dipinti austeri di grandi dimensioni. Quando visitai l’isola nei primi giorni di maggio del 1994 fui profondamente impressionato da un’immagine. Era intitolata “Tu non devi uccidere” e mostrava un uomo nudo che aveva appena ferito mortalmente un cervo con il suo coltello. Nell’oscurità il viso serio ed arrabbiato di Dio veniva alla luce. Colui che aveva agito male cadeva all’indietro atterrito con il coltello ancora sanguinante nella mano. Un dipinto mi ricordò molto l’arte di Fidus, mostra una ragazza dai lunghi capelli che da il benvenuto alla luce a braccia aperte, con la parte superiore del suo corpo brillante di un colore verde-ostrica ed il suo addome spariva in un verde scuro sotterraneo. Non sono riuscito a scoprire la tomba di Diefenbach né a Capri nè ad Anacapri, dall’altra parte dell’isola, ma al cimitero Cattolico trovai una croce bianca con il nome Helios Diefenbach che era morto lì il 3 luglio del 1950. Era strano che non fosse stato sepolto al cimitero Acattolico. Werner Helwig scrisse nel suo libro su Capri:

 

“Il suo figlio favorito, Helios, educato e rovinato completamente dalle teorie di Diefenbach sull’educazione si trasformò da un intelligente bambino biondo che correva e girava a Capri vestito in abiti antichi in un essere sfortunato pericolosamente compromesso. Dentro di lui l’eredità dei caratteri dei suoi genitori infuriava. In reali e fantasiosi opposti catastrofici questo uomo viveva e lavorava come fosse stato consacrato al sole e si considerava suo sacerdote”.

(Werner Helwig, Capri Magische Insel, p. 236)

 

 

IV

 

 

  1. Fidus rimase fino alla fine del 1892 all’Accademia di Monaco. Quindi si spostò a Berlino. Affittò uno studio costoso. In quell’anno disegnò il suo primo tempio, il tempio di Lucifero. Iniziò a disegnare per la rivista esoterica “Sphinx” che era sempre più influenzata dalle dottrine della Società Teosofica.

 

  1. Questa comunità fu fondata alla fine del 1875 negli Stati Uniti da Helena Petrova Blavatsky (1831-1891), una occultista dell’Ucraina che aveva vissuto molti anni in India, e da Henry Steel Olcott (1832-1907). Alcuni anni più tardi furono fondate delle logge in diversi paesi europei ed alla metà degli anni ‘80 in Austria e Gran Bretagna. Nel 1891 Gustav Meyrinck, che era nato lo stesso anno di Fidus, si unì alla nuova loggia teosofica “Verso la Stella Blu” a Praga; due anni dopo Wilhelm Hübbe-Schleiden (1846-1916) formò la Società Teosofica Germania. La sintesi di varie tradizioni orientali e occidentali trovò una chiara espressione nell’emblema della società – nel suo punto centrale vi era un Ankh la croce egiziana con l’impugnatura, che era circondata dai due triangoli del sigillo di Salomone e il serpente Ourobouros che morde la sua coda. Sopra il sigillo vi era la svastica e la sillaba sacra Sanscrita OM: l’esoterismo della Teosofia univa le dottrine Induistica, Buddistica, Ariosofica, Gnostica, Ebraica Egiziana e molte altre. Dalla apparizione pubblica della Teosofia queste filosofie – che erano conosciute solamente da un piccolo numero di studiosi o di viaggiatori – furono ampiamente diffuse in Occidente. Fidus rimase affascinato dalla Società Teosofica e si unì ad essa nell’anno di fondazione del suo ramo tedesco. Elementi indiani iniziarono ad arricchire i suoi dipinti che furono pubblicati in molte riviste spirituali e libri. Lentamente egli divenne famoso nel mondo dell’occultismo.

 

  1. Alla fine del 1893 ebbe luogo la prima esposizione di Fidus a Amburgo. Una seguace femminile Amalie Reich (1862-1946) gli fece visita e i due si innamorarono. Vissero insieme per diversi anni. Amalie era stata una maestra in Svezia e innescò nell’anima di lui il desiderio dei paesaggi Nordici. Negli anni seguenti egli visitò diverse volte la Norvegia. Le impressioni di questi viaggi nelle terre del Nord influenzarono le sue immagini – era presente ancora il simbolismo Teosofico ma pian piano apparirono nei suoi lavori sempre di più le rune e i temi immaginari della mitologia nordica: le dottrine Teosofiche ed Ariosofiche si mescolarono l’un l’altra unite nella svastica sacra.

 

V

 

  1. Fidus di solito si chiamava “un artista della Luce”. La Luce e il Sole ebbero un ruolo importante nella sua opera. Egli dipinse un paio di quadri che mostrano Lucifero – “Lucifero stella del Mattino”, “Il risveglio di Lucifero”, “La volontà Luciferina”. Nel suo diario il 7 giugno 1946 scrisse:

 

“… il mio Lucifero non è un avversario o un attaccabrighe,  o un ribelle ma il più vecchio figlio di Dio che deve attizzare l’auto-coscienza. Nessun diavolo puzzolente dei preti! Perché nei suoi dei l’uomo dipinge sé stesso! Così come nei suoi diavoli, una parola che fu costruita dalla parola dubbi – che naturalmente sono i primi errori dello spirito originario o Prometeo nato con un corpo terrestre”. (Frecot/Geist/Kerbs Fidus p.279)

 

  1. Il dipinto “Lucifero Stella del Mattino”, creato nel 1894, mostrava l’angelo della luce e della rivolta con braccia incrociate di fronte al petto nudo. Aveva capelli lunghi, la sua fronte era adornata dalla stella del mattino. Lucifero appariva come un guida spirituale nella luce della auto-conoscenza, una foggia telemica, sapendo cosa voleva e volendo tradurre la sua volontà in azione.

 

  1. Ma egli dipinse anche molte altre quadri mostrando l’arcangelo Michele così come Giorgio, l’uomo che combatte il dragone o il “ricercatore di dragoni”. Fidus comprese che le immagini e leggende della religione e della mitologia simbolizzavano tutte lo stesso ideale. Esse erano figure magico-eroiche, Lucifero appariva così una visione dell’antichità pagana, i due cavalieri sacri come rappresentazione della religiosità popolare cristiana, varie apparizioni di un carattere meta-temporale, meta-storico, in due culture che si stavano combattendo una contro l’altra. Il 1 gennaio 1937 Fidus scrisse nel suo diario riguardo al suo dipinto “L’avvertimento a Michele” dell’anno 1915:

 

“Già da allora gli ho dato a lui e ai suoi uomini la svastica come segno di guerra sulle cinture ma gli ho anche dato sul petto il sigillo Ariano dell’uomo sale (l’esagramma) che fu camuffato dai massoni giudei nel sigillo di Salomone”.(Frecot/Geist/Kerbs, Fidus p. 275)

 

  1. Nel 1913 egli produsse un bellissimo disegno intitolato “Il ricercatore del Dragone”. Questi era influenzato dalla iconografia comune di Giorgio ma qui l’uomo era nudo, apriva le mascelle del dragone con le mani e guardava coraggiosamente nel suo interno, guardando dentro l’occhio del pericolo. In un modo strano la scena ricorda una unione sessuale – entrambi stavano ritti con i loro stomaci vicini l’un l’altro, gli artigli del dragone piantati nella schiena e nel culo del ricercatore. Scoprii un bel aforisma sull’incontro con il dragone, che può essere incontrato in tutte le culture, in una monografia su Rudolf Steiner (1861-1925) che era stato Segretario Generale dei Teosofi in Germania prima di fondare la Società Antroposofica, Edouard Schuré lo scrisse nella sua prefazione a “La Cristianità come Evento Mistico” di Steiner:

 

“Riuscirai a vincere il dragone solo se ti infili dentro la sua pelle”. (Johannes Hemleben, Rudolf Steiner, p.26)

 

 

VI

 

1.Visioni sensuali e trascendentali, naturali e soprannaturali, giovinezza ed eternità scorrono nei suoi dipinti una nell’altra, il simbolismo teosofico e Nordico si incontrano nella religiosità naturale panteistica delle sue opere. Fidus fu influenzato anche dallo Jugendstil che si cristallizzò intorno al 1890 a Monaco, contenendo specialmente nell’arte di Gustav Klimt (1862-1918) e Franz Von Stuck (1863-1928) molti ingredienti dell’antichità pagana. Fidus creò un’arte spirituale, eco-sofica un Jugendistil teosofico e più tardi Volkisch.

 

  1. Nel 1896 la sua compagna di vita diede alla luce una bambina. La chiamarono Hilde. Nello stesso periodo fu visitato nel suo studio da Lou Andreas Salomé e Rainer Maria Rilke. Ne 1898 ebbe luogo una ampia esposizione delle sue opere a Berlino. Un anno più tardi conobbe Elsa Knorr che studiava pittura a Monaco e ritornò in Baviera. Si sposarono alla fine del febbraio del 1900. Nella tarda estate di quell’anno viaggiarono in Norvegia – la terza Nordlandfahrt per Fidus. Poco dopo il solstizio di inverno del 1900 nacque la loro figlia Drude. Affittarono una casa a Friedrichshagen, vicino a Berlino, che fu uno dei punti nevralgici della contro- cultura alla fine del XIX secolo, un microcosmo nel quale i seguaci di molti movimenti della riforma – Leben vissero insieme, coloro che avevano abbandonato l’impero del grande spreco – profeti a piedi nudi, rivoluzionari anarchici, predicatori di sinistra, visionari volkisch, apostoli kohlrabi, guru ateistici e panteistici – coloro che erano stanchi dei consensi del gretto materialismo.

 

  1. Nelle sue “memorie non politiche” il poeta anarchico Erich Mühsam (1878-1934) che visse anche lui a Friedrichshagen a quel tempo scrisse sui giorni passati con Fidus:

 

“ La cosa più strana era il suo cambiamento di umore che poteva passare dalla solennità dell’assorbimento critico a uno scherzo grossolano e dalla più allegra gaiezza a un commento infinitamente serio, proveniente quasi da un altro mondo. Un temperamento simile lo incontrai più tardi in Gustav Meyrink” (Eric Müsham, Namen und Menschen. Unpolitische Erinnerungen)

 

VII

 

  1. Già dall’inizio degli anni ’90 Fidus iniziò a disegnare templi. Nel 1892 disegnò un tempio di Lucifero, nel 1895 un tempio della Terra, nel 1896 un tempio dell’Abbraccio Universale, nel 1897 un tempio del Dragone; un anno dopo il tempio dell’Attività, il tempio della Corona di Ferro e un tempio Bianco, nel 1899 il Tempio dell’Acqua Silente. Nel saggio “Tempel-Kunst” spiegò le sue concezioni: l’arte non dovrebbe più essere ingabbiata nelle case e nelle esposizioni, dovrebbe essere sacrale, sottratta alla realtà a grana grossa della quotidianità. La gente dovrebbe compiere un pellegrinaggio alle opere d’arte nei luoghi di culto, nei templi.

 

“Il mio ideale di belle arti è il tempio di una nuova fede, il luogo dove l’arte è accessibile nella sua interezza alla popolazione.  Solo questa arte è grande poiché dà una risposta alla gente nelle sue domande più sacre e più segrete e quindi più generali, sia con il  suono,  le parole, o le immagini.” (F/G/K, Fidus p. 93)

 

  1. Nel 1895 disegnò il Tempio della Terra e sei anni più tardi egli creò la pianta del pianoterra. Questo tempio* doveva essere un immenso edificio cubico a cui era annesso un santuario con una cupola. Era circondato da un canale di acqua che attraversava un boschetto sacro. Leoni e Dragoni di pietra erano le guardie del tempio all’entrata, sulla quale vi era scritta la parola “TAT”. Nel disegno per questo edificio è riscontrabile in maniera molto forte l’influenza teosofica – esso ricordava l’architettura indiana e egiziana. Il simbolismo dei colori all’interno del tempio aveva una funzione essenziale, probabilmente vi era inoltre una connessione alle dottrine della Società Teosofica che Rudolf Steiner più tardi legò al misticismo del colore di Jakob Böhme e alle percezioni di Johann Wolfang von Goethe.

 

  1. Nel Tempio della Terra vi erano diversi saloni. Ogni sala aveva un colore speciale. La stanza vicina all’entrata era gialla. Qui le donne dovevano scegliere il sentiero sinistro, gli uomini il destro. La via femminile portava attraverso la sala arancione della lussuria alla sala rossa delle emozioni, quindi alla sala porpora del desiderio. La via maschile attraversava la sala giallo-verde dell’ambizione, la sala verde della volontà e la sala blu-verde dell’amore. A quel punto i due sentieri si univano nella sala blu illuminata della devozione. Da qui la via portava alla camera blu scuro del silenzio, in una stanza senza luce chiamata “L’Oscuro” e alla fine nel santuario che era situato fuori dal cubo.

 

  1. Stanze di vari colori furono in seguito usate in diverse scuole Antroposofiche, nella scuola Goethe di Amburgo, nella Freie Waldorfschule di Stoccarda e nellla New School di Londra; tutte queste furono costruire negli anni Venti. La prima classe era in una stanza rossa, le seguenti forme passavano attraverso tutto lo spettro dei colori dell’arcobaleno fino a che si arrivava ad insegnare nell’ultima stanza di colore porpora. Stanze musicali, stanze per l’euritmia e la fisica avevano allo stesso modo speciali colori.

 

  1. Nel 1898 Fidus creò un tempio della Corona Ferrea. Dieci corridori, ognuno di loro con un colore dell’arcobaleno, guidavano verso l’interno. Piume di pavone e fiori di loto di pietra sul timpano lo rendevano simile ad un edificio orientale. Sopra l’entrata vi erano tredici teste, la più grande era posta nel mezzo sul colmo ed indossava una corona di ferro. Egli inoltre pensò di usare la calcestruzzo per la sua costruzione, più tardi utilizzata in maniera perfetta per il secondo Goetheanum di Dornach nei pressi di Basilea.

 

“Fidus desidera una rinascita religiosa e crea una nuova chiesa, una nuova religione. I suoi piani per i templi popolari saranno usati per ricostruire nuovi luoghi religiosi quando le vecchie chiese crolleranno, sotterrando sotto di loro i credi dogmatici. Nel frattempo gli architetti arriveranno a conoscere i suoi piani che sono interamente realisti, praticabili.” (Heinrich Polte nel 1903 in F/G/K, Fidus p.103)

 

  1. Fidus sognava di poter essere capace un giorno di tradurre in azione questi progetti. Ma questo era possibile solamente se egli trovava un Mecenate desideroso di pagare il denaro per l’incarnazione della sua arte templare. Nel 1903 questo sogno sembrò compiersi.

 

VIII

 

  1. Nell’aprile di quell’anno il suo amico Wilhelm Spohr tenne una conferenza sull’arte di Fidus nella sala comunale di Berlino. Furono mostrate molte diapositive che Fidus aveva ridipinto una seconda volta per aumentare la loro brillantezza. A questa conferenza egli conobbe Josua Klein, un così chiamato visionario che possedeva un esteso pezzo di terra a Walenseee, in Svizzera, dove viveva con i suoi seguaci in alcune fattorie. Questo uomo fu affascinato dai piani architettonici di Fidus e lo invitò ad andare in Svizzera per erigere alcuni templi sulla sua proprietà. Fidus accettò – alla fine sembrò che ci fosse una possibilità di realizzare i suoi Sogni di culto.

 

  1. Nella primavera del 1904 egli lasciò Berlino con sua moglie e i due bambini, Drude e Holger Berlin. Il suo amico Wilhelm Spohr lo seguì. Grappenhof, la fattoria dove Josua Klein viveva, apparteneva al villaggio Amden ed era situata ad una altezza di 1500 metri. Insieme con il guru Fidus ricercò luoghi adatti per i suoi edifici sacrali. Il tempio della Terra avrebbe dovuto essere costruito nei pressi del lago di fronte al piccolo punto della spiaggia Batlis, il tempio della Corona Ferrea su un pendio sotto a Amden, il tempio dell’Attività in alto, un ripido pulpito nella direzione di Weesen. Fidus era elettrizzato…nelle sue memorie “O ihr Tage von Friedrichshagen” Wilhelm Spohr scrisse sulla sua permanenza nelle montagne svizzere:

 

“Spaccavamo pietre, tagliavamo alberi, una piattaforma fu spianata su una roccia sopra il lago. tutto sembrava a posto ma niente accadde visto che il profeta doveva predicare giornalmente dalla prima mattina fino alla sera, contorcendo i suoi occhi, braccia e gambe, maledicendo l’intero mondo e ammonendo Dio quando faceva qualcosa di sbagliato. A quel punto tutti erano stanchi, nessuno poteva pensare a lavorare, solo alla patate cotte che le pie donne della comunità preparavano” (W.Spohr, O ihr Tage von Friedrichshagen p. 83).

 

  1. Al finale Fidus divenne consapevole che l’impresa non aveva più alcun senso. Tutto era diventato troppo caotico. Egli abbandonò la sua famiglia e visse a Berlino insieme a una donna che aveva incontrato a Grappenhof. L’estate del 1906 la spese di nuovo in Svizzera. Affittò a Zurigo lo studio di Arnold Böcklin: il pittore della “Isola dei Morti” lo aveva utilizzato fino alla sua morte nel 1901.

“Persino come artista ero uno spirito di legge e ordine, e considero le arti come ordinare e insegnare le forze in una vita che solo apparentemente sembra confusa” (F/G/K Fidus p. 96)

 

IX

 

  1. Quando un uomo di affari svizzero gli versò una grossa quantità di denaro per comprare uno studio di sua proprietà egli ritornò in Germania. A Woltersdorf, a est di Berlino, egli comprò un pezzo di terra alla fine del 1906. Dopo pochi anni fu costruita la Fidushaus – ma essa non aveva molto in comune con i suoi meravigliosi templi. In questa casa egli creò una stanza speciale per le sue “immagini di esperienza psichica”. All’inaugurazione egli inalberò una bandiera blu con una stella dorata che era una costellazione della runa Hagal – che appare in diverse dipinti di Fidus – e la croce. Si riconciliò con sua moglie e la famiglia ritornò da lui. La Fidushaus fu visitata in quegli anni da molti seguaci e amici delle sue immagini di luce. Per alcuni di loro esso fu anche un luogo per rimanervi per un breve o più lungo periodo.

 

  1. Alla fine del 1911 un giovane di Magdeburgo, Georg Bauernfeind chiese di permettergli di compiere un digiuno presso la Fidushaus. Egli voleva purificarsi fisicamente e mentalmente. Fidus accettò. Gli esercizi iniziarono all’inizio di ottobre in una mansarda della casa. Due lune seguenti, il 9 dicembre del 1911, il giovane morì di spossatezza. Per Fidus e gli altri abitanti della Fidushaus la sua morte apparì come un sacrificio. Un anno dopo egli fondò con i suoi seguaci la Sankt Georgs Bund, “una associazione di creazione”. La sua missione politico-culturale, incontri, esposizioni, diapositive, conferenze, pubblicazioni di cartoline, volantini, stampe particolari, raccolte di opere d’arte, libri – era di combattere contro il dragone, il materialismo gretto draconiano, la plutocrazia. Egli scrisse nel 1914, riguardo alla Sankt Georgs Bund:

 

“La principale caratteristica della nostra Associazione sembra essere quella di evitare completamente il vecchio mondo materialistico e capitalistico mondiale ed il suo atteggiamento. Non vuole nemmeno combatterlo.” (F/G/K, Fidus p. 257)

 

 

 

X

 

  1. Nell’ottobre del 1914 egli scrisse il saggio “Agli Artisti Tedeschi” nel quale descrisse la guerra come il grande movimento di rinascita dal “mondo degli addomi di lardo”, come purificazione, catarsi, crisi. Come altri egli salutò le tempeste di acciaio come le doglie di una nascita. Il Frontzauber, il fascino del fronte, che fu rievocato in un linguaggio cristallino e ardito nei diari di guerra di Ernst Junger, influenzò i suoi dipinti – essi divennero più eroici, uscì fuori un duro e aspro germanismo. Ma Fidus non prese parte alla prima guerra mondiale visto che il suo piede era ferito. Nel 1915 sua moglie morì ed il suo discepolo Franz Bernoully cadde al fronte. A questo punto Fidus iniziò ad usare di nuovo le vecchie parole tedesche per le dodici lune nelle sue lettere e nei suoi scritti. Già nel 1903 egli aveva sviluppato una scrittura speciale neo-germanica.

 

  1. Nel 1923 Fidus era di nuovo in Svizzera dove mostrò in alcune città le sue diapositive. Visitò anche Dornach dove il primo Goetheanum della Società Antroposofica, un edificio con due cupole che ricordavano un osservatorio, era stato distrutto da un incendio da una persona sconosciuta nella notte di Capodanno del passaggio dal 1922 al 1923. Fidus chiamò questo crimine come un “oltraggio di fuoco”. Egli apprezzò molto i pensieri di Rudolf Steiner ed aveva ascoltato molte delle sue conferenze negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Negli anni 1924-1929 il secondo Goetheanum fu eretto, un magnifico edificio costruito di calcestruzzo che ricorda un teschio umano che giace sul terreno, le mascelle nascoste sotto la terra. Forse Fidus era geloso del fatto che Rudolf Steiner aveva avuto successo nel riuscire a raccogliere il denaro sufficiente per entrambi gli edifici.

 

XI

 

  1. Alla fine del 1930 egli ascoltò una manifestazione di Joseph Goebbels allo Sportpalast di Berlino. Poco dopo questo evento egli offrì la sua collaborazione in una lettera – disegni di tempi e teatri per il III° Reich. Durante i seguenti anni egli tentò sempre più di ricevere ordini per la sua Arte Templare. Egli offrì l’erezione di luoghi pubblici e crematori a qualche Borgomastro ma nessuno era realmente interessato alle sue proposte. Fidus sperava che il III° Reich potesse essere la Lichdeutschland, la Germania nella Luce che egli aveva rievocato in molte delle sue immagini nordiche. Egli avrebbe dovuto ricredersi: presto scoprì non solo che le sue opere teosofiche ma anche quelle völkisch erano in grande contrasto con la politica culturale monolitica; il III° Reich, nella sua burocrazia e tecnocrazia un terzo dragone dopo il capitalismo e il comunismo ed il cui industrialismo aveva molto poco in comune con la sua mitologia sangue-e-terra, non aveva bisogno di Fidus.

 

  1. Dopo l’anno 1933 non gli fu più permesso di vendere le sue cartoline “luce tedesca”. I nuovi reggenti consideravano le ragazze e i ragazzi nudi che si muovevano semplicemente sulle cime, sulle radure, come oscene. Nel 1936 la “Schwarze Korps”, una rivista delle SS, lo citò come un artista che stava rendendo le arti Nordiche di cattivo gusto. Si sapeva che Fidus era stato in stretto contatto con la società Teosofica che ora veniva perseguitata come molte altre comunità spirituali, come i “giudei” ed il movimento “Massonico”. Nel libro “Purificazione del Tempio dell’Arte” – una espressione che aveva creato Fidus – fu menzionato dal critico d’arte Wolfang Willrich di essere in combutta con la “entarteter kunst”, a quel tempo un marchio molto pericoloso. Sprezzantemente egli lo descrisse come una vittima entusiasta di influenze occulte. Nella primavera de 1936 Fidus fu ingaggiato per esporre le sue opere al Städtische Kunsthalle di Norimberga durante il Reichsparteitag. I primi dipinti erano già appesi quando arrivò l’ordine dalla Cancelleria del Reich che l’esposizione di Fidus non doveva avere luogo – al suo posto un altro pittore espose la sua arte. Nel maggio del 1937 le raccolte d’arte di Fidus furono sequestrate ad Amburgo e la vendita di molte stampe proibita.

 

XII

 

  1. Per evitare il pericolo che a Fidus non fosse più permesso di dipingere o scrivere, come era accaduto ad altri artisti e occultisti, gli amici che lavoravano per riviste d’arte enfatizzarono il carattere nordico della sua arte. Nell’ottobre del 1938 una esposizione di molte opere fu tenuta a Berlino ed il Reichminister e Reichbauernführer Richard Walther Darré inviò un telegramma di congratulazioni a Fidus per il suo settantesimo compleanno “Vi saluto come un pioniere del pensiero Nordico e di un appropriato modo di vita per la nostra popolazione tedesca”.

 

  1. Dopo la seconda guerra mondiale Fidus era così povero da scambiare i suoi dipinti e le stampe delle sue opere per vegetali, zucchero, una macchina da cucire e altre cose di cui aveva bisogno per la vita quotidiana.. La sua povertà era così estrema che si vide costretto ad accettare la proposta della commissione militare Russa di dipingere ritratti di Vladimir Iljitsch Lenin e Jossif Stalin – non gli fu offerto denaro ma pere e patate e buoni per il cibo. Nei suoi ultimi anni lavorò di nuovo per i suoi piani ierarchitettonici.

 

  1. Fidus morì il 23 febbraio 1948 all’età di ottant’anni per un infarto a Woltersdorf. Alle celebrazioni per la sua morte nella stanza delle esposizioni di Fidushaus furono recitati poemi furono eseguiti canti fra immagini di luce. La sua tomba è al cimitero di Woltersdorf.

 

“Ogni cosa è sempre la stessa, la sola cosa, l’eterna eguale che è stata sperimentata, vista ed insegnata nelle segrete scuole dei popoli, delle chiese e i misteri, dalla leggendaria Atlantide fino alla contemporanea Teosofia. Essa è l’eterna, sola chiesa, l’unica e sola “religione” che contiene il prezioso fulcro di verità delle rivelazioni, l’eterna visione di culture per metà o totalmente perse, della ricerca di Dio da parte dei Caldei, Assiri, Persiani, Babilonesi, Cinesi, Inkas, Indiani, Egiziani, Giudei, Greci e Germani, elevando questo fulcro in un calice radiante alto sopra tutti i vostri vortici stupidi, senza-dio, dell’odio contro le masse delle nazioni e partiti: il graal. Al vero cavaliere del Graal non gli importa: lui può pregare di fronte alla statua del Gautama Budda, in un tempio Giudaico, può servire Dio tra le semplici mura di gesso di una chiesa di un paese protestante, può chinare le sue ginocchia nella cupola cattolica dove egli sente la campana del miracolo della messa, può giacere tra pii pellegrini della Mecca con la sua faccia nella sabbia del deserto, può alzare la mano del giuramento con i credenti in Wotan al fuoco di Yule, sempre per servire la luce. Tutto quello che per lui è solo un esteriorità utile, un luogo di culto utile sopra il quale egli spiritualmente vede il santo graal, che brilla alto, più alto.” (Otto Buchinger, Fiduskunst und Religion in: Jost Hermand, Der Schein des schönen Lebens p. 91)

 

“La profondità manca, quello che la gente comune chiamò Dio ”

(Oswald Spengler, Il Declino dell’Occidente)

 

Fonti:

K.W. Diefenbach, Per aspera ad astra, Leipzig/Berlin 1919

Werner Helwig, Capri, Magische Insel, Frankfurt 1990

Johanees Hemleben, Rudolf Steiner, Reinbeck 1963

Frécot, Janos/J.F. Geist/ P. Kerbs,  Fidus 1868-1848, München 1972

Jost Hermand, Der alte Traum vom neuen Reich.Völkische Utopien und Nationalsozialismus, Frankfurt, 1988

Jost Hermand, Der Schein des schönen Lebens, Frankfurt, 1972

Ulriche Linse, Barfüßihe Propheten.Erlöser der zwanziger Jahre, Berlin 1983

Ulriche Linse, Ökopax und Anarchie, München 1986

Ulriche Linse, Zurück, o Mensch zur Mutter Erde, München 1983

Erich Mühsam, Namen und Menschen, Unpolitische Erinnerungen, Leipzig, 1949

Andreas Mäckler,  Anthroposophie und Malerei, Köln 1990

Hubertus Mynarek, Ökologische Religion. Ein neues Verständnis der Natur, München 1986

Ernst Osterkamp, Lucifer Stationen eines Motivs, Berlin/New York 1979

Wilhelm Spohr, O ihr Tage von Friedrichshagen, Berlin 1949

Silvana Todisco, K.W. Diefenbach, Omnia vincit ars, Napoli 1988

 

 

* [N.d.T.] Modelli dei templi di Fidus possono ammirarsi presso il Museo di Monte Verità ad Ascona (Svizzera).